Gustare il caffè è una questione di scienza
C’è chilo preferisce amaro, chi dolce, chi macchiato e chi lungo, ma la vera domanda è: il gusto del caffè cambia da persona a persona, al di là delle preferenze?
La scienza da sempre entra nella nostra vita quotidiana, offrendoci spunti molto interessanti su come il nostro organismo abbia tantissime armi nascoste a propria disposizione, e ognuna di esse è unica e specifica per ognuno di noi. Una delle azioni che sicuramente la maggior parte di noi compie in momenti diversi della giornata è ritagliarsi il momento per un caffè.
Quando ordiniamo un caffè al bar o ce lo prepariamo con la moka della nonna, vengono coinvolti tutti e 5 i sensi, anche l’udito, indispensabile per capire quando spegnere il fuoco al momento giusto. Ecco che una tazzina di espresso si trasforma in un’esperienza multisensoriale.
E la scienza in questo senso in cosa ci aiuta? Scopriamo insieme, nell’articolo che segue, come elementi, sostanze e molecole contribuiscono alla nostra percezione di un caffè.
Tra noi e il caffè c’è una chimica vincente
Il gusto e l’olfatto sono definiti come “sensi chimici”, in quanto hanno origine dall’interazione che avviene tra i chemiorecettori presenti sulla lingua e nel palato, e le molecole che compongono l’insieme delle sostanze che assumiamo.
A seconda delle nostre necessità, questa unione ci consente di avvertire lo stimolo dell’appetito, indicandoci che il nostro organismo ha bisogno di determinate sostanze nutritive.
In merito al gusto, possiamo suddividerlo in 5 tipologie ben distinte: acido, amaro, dolce, salato e umami. I recettori collocati nella zona della bocca, in aree definite, ci permettono di poter distinguere nettamente tutti questi 5 gusti. Vediamoli nel dettaglio.
I 5 sensi del gusto
- Acido (definito anche aspro): in relazione al caffè, possiamo dire che questa bevanda contiene un’elevata concentrazione di acidi clorogenici e acido citrico.
- Dolce: percepibile grazie alla presenza di carboidrati semplici, ovvero gli zuccheri. Essi sono presenti in percentuali diverse all’interno del caffè, a seconda delle miscele.
- Amaro: è causato dagli alcaloidi che contengono naturalmente azoto, come nel caso della caffeina.
- Salato: avvertire questo gusto quando si sorseggia un caffè deriva dalla presenza del difetto fenolico. Questo fenomeno, che si avverte anche nella degustazione della birra, è il motivo chimico per il quale a molte persone il caffè risulta sgradevole.
- Umami: dal giapponese “saporito”, dipende da una sostanza nota come L-glutammato, contenuta all’interno di alimenti e bevande fermentate.
Come degustare al meglio un caffè?
È sempre bene non avere fretta quando si beve un caffè, di qualunque tipologia esso sia.
Iniziate sorseggiando molto lentamente e distribuendo il liquido in tutta la bocca, così da stimolare le zone deputate alla percezione dei gusti: sulla punta per il dolce, ai lati per l’acido, centrale laterale per il salato e amaro nella parte finale.
Infine, deglutite e aspirate aria con la bocca, così da sviluppare ulteriori aromi come la vaniglia, il caramello e il cioccolato.
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