Caffè e biodiversità: un legame da preservare
Ormai è un dato di fatto: non possiamo più ignorare gli effetti dei cambiamenti climatici innescati dall’essere umano.
Il surriscaldamento globale, le inondazioni, la scomparsa di piante e animali sono fenomeni completamente innaturali, che non sono minimamente imputabili al normale fluire delle cose, ma a una vera e propria via verso un’estinzione di massa.
A pagare il prezzo maggiore delle nostre scelte sconsiderate nei confronti dell’ambiente è la biodiversità. Parliamo di biodiversità agricola, che coinvolge anche, e soprattutto, le piantagioni di caffè. A causa dell’agricoltura intensiva a monocultura, si sono alzati considerevolmente i livelli di inquinamento ed è iniziata una lenta, ma inesorabile erosione del suolo.
È davvero questo il prezzo che vogliamo pagare per non rinunciare a una tazzina di caffè? E se non ci dovessimo rinunciare? A volte, come in molte cose che ci capitano ogni giorno, basterebbe avere una mente aperta, conoscere, informarsi e costruire un proprio pensiero critico. Il risultato è facile da intuire: una maggiore consapevolezza di sé e del mondo così bello, perché molto vario, che ci circonda.
In questo articolo cercheremo di capire perché è fondamentale puntare su di un caffè di origine sostenibile e come possono api e uccelli salvarci da un destino che sembra ormai scritto.
La matematica non è un’opinione
Secondo recenti studi, nel 2050 ci saranno all’incirca 10 miliardi di persone ad abitare il Pianeta Terra. In pratica, con l’aumentare della popolazione aumenterà anche la domanda di prodotti agricoli, che potrebbe raggiungere, per quell’anno, un +50%.
José Graziano da Silva, direttore generale della FAO, avverte: “Senza maggiori sforzi, più di 600 milioni di persone saranno ancora denutrite nel 2030. La sfida più grande è avere cibo accessibile e sostenibile per tutti. Le tendenze globali dell’alimentazione e dell’agricoltura del futuro ci dicono che è necessario cambiare.”
È probabile, che assisteremo a 3 estinzioni agricole ben precise nel giro di 20-30 anni: patate selvatiche, cacao e caffè. Entro il 2055 potremmo perdere fino al 22% delle specie di patate selvatiche, le nonne della patata comune. Le piante di cacao in Ghana e Costa d’Avorio, da cui deriva il 70% degli ingredienti del cioccolato a livello mondiale, non sopravviveranno all’aumento delle temperature di 2°C nei prossimi 40 anni. E anche il caffè è in pericolo: la sua produzione in Tanzania si è dimezzata dal 1960.
Numeri alla mano è evidente che un problema c’è e bisogna risolverlo immediatamente.
Una realtà difficile da accettare per la biodiversità
Sono 2,5 miliardi le tazzine di caffè che vengono bevute ogni giorno nel mondo e l’Italia è il Paese che meglio rappresenta l’amore delle persone per questa bevanda.
Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia da considerare: la deforestazione. Nei prossimi decenni la produzione di caffè potrebbe essere la prima causa di deforestazione intensiva, a causa della sempre maggiore domanda e ai risvolti negativi dei cambiamenti climatici.
Al giorno d’oggi, l’area dedicata alla coltura del caffè è rappresentata per un 60% da foreste. In passato le coltivazioni erano limitate ai confini, mentre ora si abbatte un albero dopo l’altro, per esporre quanto più possibile al sole i chicchi. Prendendo sempre come esempio il 2050, dovremo affrontare una realtà drammatica: le aree agricole non saranno più adatte per il caffè e si dovrà spostare la coltivazione ad altitudini elevate, andando a compromettere la biodiversità di foreste preziose e uniche nel loro genere.
E se un aiuto ci venisse proprio dalla natura che sottovalutiamo così tanto?
La collaborazione di api e uccelli salverà il caffè
All’inizio di quest’anno sono stati pubblicati i risultati di uno studio rivoluzionario, che potrebbe aiutarci a salvare noi stessi, la biodiversità e il caffè.
“Interacting pest control and pollination services in coffee systems”, pubblicato recentemente su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) da un team di ricercatori del CATIE – Centro Agronómico Tropical de Investigación y Enseñanza, Turrialba del Costa Rica e dell’università del Vermont, ha dimostrato come i chicchi di caffè crescano più grandi e abbondanti se impollinati dalle api e sottoposti a raid anti-parassiti degli uccelli.
Queste straordinarie creature sono in grado di contribuire significativamente alla resa delle coltivazioni di caffè in termini di guadagni. Senza il loro contributo, lo studio ha dimostrato che i raccolti sarebbero ridotti del 25%, con una perdita di 1066$ per ettaro.
C’è un altro importantissimo dato che emerge: la combinazione di impollinazione delle api e del controllo dei parassiti degli uccelli è decisamente più efficace che le azioni singole.
Ecco che questi risultati devono far pensare, perché ci fanno capire come l’unione fa sempre la forza e la natura non è nostra nemica, ma una preziosa alleata da preservare.
Dorando Service Srl si impegna a distribuire caffè da coltivazioni sostenibili, nelle province di Modena e di Reggio Emilia.
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